A Pavia l’insegnamento della chimica inizia ufficialmente nel 1770 con la istituzione, voluta da Maria Teresa d’Asburgo, della cattedra di Chimica, Materia medica e Botanica nella Facoltà Medica. Il primo titolare fu Giovanni Battista Borsieri de Kanilfeld. Considerato principalmente nella sua relazione con la medicina l’insegnamento della chimica si poteva avvalere del laboratorio farmaceutico funzionante presso l’Ospedale san Matteo. Subito fu iniziata la costruzione di un nuovo laboratorio orientato alla ricerca chimica, in quel periodo soprattutto inorganica, e nel 1784 questo era perfettamente funzionante presso l’Orto Botanico grazie all’attività di Giovanni Antonio Scopoli chiamato a Pavia nel 1776 per tenere i due insegnamenti distinti di Chimica e di Botanica. Dopo la sua morte e le vicende conseguenti alla Rivoluzione Francese le due cattedre furono definitivamente separate anzi, con la diffusione della nouvelle chimie, furono attivate contemporaneamente una cattedra di Chimica “generale” affidata a Luigi Valentino Brugnatelli e una di Chimica farmaceutica affidata a Francesco Marabelli. La prima dedicata alla preparazione universitaria dei medici, la seconda a quella dei farmacisti. Grazie alle riviste scientifiche fondate da Luigi Valentino Brugnatelli Pavia fu testimone del dibattito internazionale sorto attorno alle teorie di Lavoisier. Dal 1815 le due cattedre chimiche furono riunificate ed ebbero un loro “teatro” ovvero una aula dedicata all’insegnamento della Chimica nel palazzo centrale. Oltre all’aula vi erano laboratori e studi dei docenti. Sfortunatamente nel 1861 un incendio distrusse l’aula-laboratorio e i chimici ritornarono all’Orto botanico. Nello stesso tempo furono definitivamente separate le cattedre di: Chimica generale ed inorganica con Tullio Brugnatelli e Chimica tecnica con Angelo Pavesi; questa ultima in seguito fu denominata Chimica farmaceutica e tossicologica. Entrambe le cattedre confluirono nella nuova Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali costituita a seguito della legge Casati del 1859. Dal punto di vista didattico mentre la prima continuava la preparazione dei medici e attivava nuovi corsi, la seconda si dedicava a quella dei farmacisti, assumendo autonomia di Scuola nel 1877. La Facoltà di Scienze MM, FF, NN erogava corsi di laurea quadriennali in: matematica, fisica, chimica, storia naturale. Attorno agli anni ’70 del secolo XIX un percorso quadriennale di laurea divenne totalmente chimico, nel frattempo la Scuola di Farmacia attribuì una laurea quadriennale mista chimico-farmaceutica accanto al diploma per il libero esercizio come farmacisti, ottenuto con due anni di corsi teorici. La laurea mista fu soppressa con la costituzione della Scuola di Farmacia in Facoltà nel 1933. Fino al 1935 i due laboratori, poi denominati istituti, rimasero presso l’Orto Botanico uno accanto all’altro. In quell’anno entrambi furono trasferiti nelle loro nuove sedi gemelle in via Taramelli.
Già nel primo decennio del XX secolo l’insegnamento di Chimica fisica fu separato da quello della Chimica generale ma fu sempre ricoperto per incarico, molto spesso affidato allo stesso cattedratico di Chimica generale, come fu per Giuseppe Oddo, Giulio Natta e Giorgio Renato Levi. Negli anni Quaranta l’attuazione di un nuovo piano di studi, che estendeva a cinque gli anni del corso di laurea in Chimica, richiese l’attivazione di una nuova cattedra e per l’anno accademico 1944-45 fu chiamato per trasferimento da Bologna il chimico fisico Giovanni Battista Bonino. Con l’anno 1949-50 Mario Rolla, alunno di Bonino e vincitore di concorso, prese possesso della cattedra di Chimica fisica e iniziò la costituzione di un istituto autonomo. Il nuovo edificio fu inaugurato il 1 gennaio 1954. In seguito in esso fu ospitata anche la cattedra di Elettrochimica.
L’insegnamento della chimica organica fu già separato dalla chimica generale ed inorganica all’inizio delle cattedre in Facoltà di Scienze con incarichi tenuti dallo stesso ordinario come Angelo Pavesi e Giorgio Errera o dagli aiuti alla cattedra come Efisio Mameli e Giunio Bruto Crippa. Con l’anno accademico 1962-63 un professore straordinario, Paolo Grünanger fu appositamente chiamato per insegnare questa disciplina. L’istituto di Chimica organica fu dapprima ospitato presso la Chimica generale e poi dal 1965-66 ebbe una sede propria, ricavata dall’espansione della struttura edilizia preesistente in via Taramelli. Onde coprire le nuove necessità di insegnamento con il ritorno di una Facoltà di Ingegneria nell’Ateneo pavese, per l’anno accademico 1961-62 fu chiamato un secondo cattedratico di Chimica generale ed inorganica. Mario Alberto Rollier portò a Pavia la sua esperienza nel nuovissimo campo della radiochimica. Aspetti classici della chimica come l’analitica e la merceologia, scientificamente mai trascurati, ebbero dignità di cattedra autonoma nell’Istituto di Chimica generale ed inorganica. Lo stesso Giulio Natta, unico premio Nobel italiano per la Chimica, quale professore ordinario a Pavia fu pure titolare del corso di Chimica analitica nel 1934-35 e Bernardo Oddo, chimico noto per il magnesil pirrolo, citato dallo stesso Victor Grignard nella sua “Nobel Lecture” e poi ricordato come professore e direttore della Scuola di Farmacia, fu incaricato nei primi anni del Novecento dell’insegnamento della chimica analitica. Oddo tenne pure un analogo corso libero nella Scuola speciale di Chimica industriale fondata ufficialmente nel 1916 presso l’Università di Pavia. La scuola, prima in Italia, ebbe sede accanto a palazzo Botta, ove fu appositamente allestito un Istituto di Chimica industriale. Nel 1924-25 la cattedra fu trasferita alla neo fondata Università Statale di Milano dove nel 1926 diede inizio alla laurea in Chimica industriale. Tutte queste anime storiche della chimica sono confluite nel Dipartimento di Chimica in vigore dal 2012 con sede in via Taramelli.
"Testo a cura di Giorgio Giacomo Mellerio"
Riferimenti bibliografici
G.G. Mellerio,
ʺNihil est in intellectu quod non prius fuerit in sensu. La Chimica a Pavia nella prima metà dell’Ottocento”.
pp. 873-876. In Almum Studium Papiense. Storia dell’Università di Pavia
ISBN:978-88-205-1091-6 vol. Vol. 2 t. II, 2017
G.G. Mellerio,
“ La Facoltà di Scienze. Chimica”.
pp. 1363-1376. In Almum Studium Papiense. Storia dell’Università di Pavia
ISBN:978-88-205-1091-6 vol. Vol. 2 t. II, 2017
G.G. Mellerio,
“ La Facoltà di Scienze. La Chimica”.
pp. 443-456. In Almum Studium Papiense. Storia dell’Università di Pavia
ISBN:978-88-205-1091-6 vol. Vol. 3 t. I, 2020.